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La “fioritura” nel tempo di Quaresima: un percorso possibile? III Domenica di Quaresima a cura di Don Danilo Priori

Vivere da cristiani è assimilare progressivamente l’esperienza di Cristo sintetizzata nelle prime due domeniche di quaresima: camminare nella fedeltà al Padre per raggiungere la meta della trasfigurazione gloriosa. L’itinerario è reso possibile a una condizione: ascoltare la Parola di Dio, radicarsi in essa, accettarne le esigenze. La liturgia di questa domenica e delle due successive fa rivivere, nel mistero, al cristiano le grandi tappe attraverso cui i catecumeni erano (e sono) aiutati a scoprire le esigenze profonde della conversione a Cristo, nei segni dell’acqua, della luce, della vita Al centro della liturgia odierna sta l’acqua come punto di convergenza e di incontro di due interlocutori: l’uomo e Dio. L’acqua diventa il simbolo che compendia ed esprime la richiesta dell’uomo e la risposta di Dio (vangelo).L’esistenza umana rivela aspirazioni sconfinate: sete di amore, ricerca della verità, sete di giustizia, di libertà, di comunione, di pace... Sono desideri spesso inappagati; la domanda di totalità riceve in risposta solo piccoli frammenti; piccoli sorsi che lasciano inappagata la sete. Dal profondo del suo essere l’uomo muove verso un «di più», un assoluto capace di acquietare e di estinguere la sua sete in modo definitivo. Ma dove trovare un’acqua che plachi ogni inquietudine e appaghi ogni desiderio? La risposta è data da Gesù nell’incontro con la Samaritana. Allontanarsi da Lui e dalla sua Legge é conoscere la peggiore siccità (cf Ger 2,12-13; 17,13). La roccia da cui Mosè fa scaturire l’acqua è segno della Provvidenza divina che segue il suo popolo e gli dà vita. Paolo spiegherà (cf I Cor 10,4) che quella roccia era Cristo, misteriosamente all’opera già in quegli eventi. Cristo è anche il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti (cf Ez 47;Zc 13,1), sgorgherà l’acqua, segno dello Spirito, che dona fertilità e vita. Chi ha sete può attingere gratuitamente a Lui (cf Gv 7,37-39) e non avrà più sete; egli stesso anzi, diverrà una sorgente d’acqua zampillante per sempre (vangelo).

Quale fioritura? 

Il cammino della Chiesa verso la passione, morte e resurrezione del suo Signore continua in questa terza domenica di Quaresima, attraverso l’incontro fra Gesù e la samaritana presso il pozzo. Pur ribadendo ormai cose assai note e già dette nei commenti precedenti, è evidente che non siamo chiamati a realizzare un pozzo in miniatura per compensare l’eventuale frustrazione di non poter usare fiori ! La nostra “ fioritura” liturgica quaresimale sarà adeguata e significativa se in linea con quanto finora detto e fatto. Ancora una volta dunque useremo materiale vegetale naturale non fiorito (foglie, rami….) valorizzando quei rami che la natura già ci offre in queste giornate che precedono la primavera, rami che in molte zone già presentano piccole gemme, germogli e foglie nuove ; non sono fiori ma ci dicono che –pur nel mezzo del nostro cammino quaresimale la speranza nella primavera è sempre presente ! Rispetto alle settimane precedenti possiamo pensare di aggiungere qualche elemento in modo che nel corso dell’itinerario quaresimale, pur non usando fiori, le nostre composizioni saranno delicatamente più abbondanti. Il criterio della sobrietà e della gradualità ci guideranno ancora una volta Se abbiamo scelto le composizioni “ a percorso” , usando candele o aggiungendo una piccola composizione per ogni settimana, continueremo ad aggiungere un elemento (ad esempio tre candele, tre composizioni…) per meglio evidenziare questa ulteriore tappa. Talvolta il pozzo a cui fa riferimento il Vangelo e presso cui si incontrano Gesù e la Samaritana suggerisce di usare un’anfora o una brocca o un contenitore con l’acqua: si tratta di scelte percorribili purché ancora una volta non si scada nell’allegorica scelta di rappresentare la scena del Vangelo. Brocca, anfora o contenitore ben vengano purché siano davvero elementi della composizione ben armonizzati coi resto e col contesto in cui vengono collocati. La fonte di acqua viva che zampilla per la nostra salvezza, Cristo Gesù Salvatore nostro, sia sempre la nostra unica Guida e unico Maestro.

Colletta

Deus, ómnium misericordiárum et totíus bonitátis auctor, qui peccatórum remédia in ieiúniis, oratiónibus et eleemósynis demonstrásti, hanc humilitátis nostrae confessiónem propítius intuére, ut, qui inclinámur consciéntia nostra, tua semper misericórdia sublevémur. Per Dóminum. Dio misericordioso, fonte di ogni bene, tu ci hai proposto a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna; guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria e, poiché ci opprime il peso delle nostre colpe, ci sollevi la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Collette alternative:

 O Dio, sorgente della vita, tu offri all'umanità riarsa dalla sete l'acqua viva della grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo popolo il dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e annunzi con gioia le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Sui doni 

Per questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio 

 È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Egli chiese alla Samaritana l'acqua da bere, per farle il grande dono della fede, e di questa fede ebbe sete così ardente da accendere in lei la fiamma del tuo amore. E noi ti lodiamo e ti rendiamo grazie e, uniti agli angeli, celebriamo la tua gloria:

Dopo comunione 

O Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria, fa' che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che celebriamo. Per Cristo nostro Signore.

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