giovedì

Venerdì santo

L'evento centrale del venerdì santo è la morte di Gesù. Una morte che l'evangelista Giovanni narra in modo singolare, ponendola in modo vivo alla nostra contemplazione. “Gesù, sapendo che tutto era ormai compiuto, affinché si compisse la Scrittura, dice: “Ho sete”. C'era là un vaso pieno d'aceto. Avendo dunque messo una spugna piena di aceto attorno a (una canna di) issopo, (la) portarono alla sua bocca. Quando ebbe preso l'aceto, Gesù disse: “E' compiuto”, e chinato il capo, consegnò lo spirito” (Giovanni 19,28-30). Gesù vive la sua morte non come la fine, ma come compimento e consegna. E' il compimento delle Scritture, il compimento della sua missione, cioè la rivelazione del Padre agli uomini, il compimento della sua obbedienza, del suo desiderio, della sua sete, “estinta dall'abbraccio del Padre”. Gesù, vive la sua morte, anche come compimento dell'amore, che si fa dono. “...consegnò lo spirito” (v. 30). Si tratta del gesto cosciente e libero di un vivente che consegna lo Spirito nelle mani del Padre e, al tempo stesso, lo dona al mondo. Spirito che può essere inteso Spirito Santo, il quale richiama la pentecoste, evento che trasmette il principio della vita spirituale a ogni esistenza umana. Cfr. Omelia Venerdì santo di L. Manicardi, Monastero di Bose, 2012. Anche noi, fratelli e sorelle di Cristo, che abbiamo seguito le sue orme e camminato sulle sue vie, noi peccatori, possiamo, come Gesù vivere la nostra morte non come fine di una vita, ma come compimento. La nostra vita avrà compimento, perché “Dio completerà per noi l'opera sua”, non ci abbandonerà. Sarà, da parte nostra, una consegna della nostra esistenza, con le sue luci e le ombre, trasformata dalla preziosità e dalla gratuità dei meriti di Cristo (non i nostri) e rivestita dal manto della sua giustizia, che si chiama misericordia. Accolti dalle braccia paterne e materne di un Padre che ci aspetta, potremo vivere di quella gioia e di quell'amore che tutti abbiamo sognato da sempre e che solo Lui può dare.
Il colore liturgico del venerdì santo è il rosso, che parla di amore, passione e sangue. I fiori, garofani e amarilli rossi, disposti tra palmette e rami d'olivo, accolgono e ornano un crocifisso posto su un'esile croce. Tre grandi rami di palma da datteri, disposti sullo sfondo, fanno un tutt'uno con l'insieme, richiamandoci la vittoria dell'amore di Gesù in croce. a cura di Suor Maria Giorgia Mana

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